Coronavirus: il Consiglio federale presenta il rapporto di monitoraggio sulla situazione delle pigioni commerciali

Berna, 07.10.2020 - Il 7 ottobre 2020 il Consiglio federale ha presentato il rapporto di monitoraggio sulla situazione delle pigioni commerciali in seguito alla pandemia di COVID-19. Nel documento giunge alla conclusione che attualmente sussistono pochi indizi di criticità estese e diffuse nel settore delle pigioni commerciali. Ciò è dovuto in particolare alla rapida e sostenuta ripresa economica e al sorprendente numero di intese sulla riduzione delle pigioni a cui le parti contraenti sono giunte. Il Consiglio federale intende tuttavia continuare a monitorare la situazione e ha incaricato l’Ufficio federale delle abitazioni di mantenere il gruppo di lavoro sulle pigioni commerciali e di concertarsi con i Cantoni su eventuali misure di sostegno sotto forma di consulenze e informazioni.

L’Esecutivo si è occupato a più riprese delle pigioni commerciali. Su questo tema ha sempre sostenuto di non voler intervenire nei rapporti di diritto privato tra locatari e locatori. L’8 aprile ha incaricato il DEFR di monitorare la situazione delle pigioni commerciali insieme al DFF e di redigere un rapporto alla sua attenzione entro fine ottobre 2020. Il Consiglio federale ha preso atto di questo rapporto di monitoraggio già il 7 ottobre 2020 per consentire al Parlamento di iniziare a esaminare la legge sulle pigioni commerciali COVID-19 alla luce dei risultati emersi. Il 18 settembre l’Esecutivo ha approvato il messaggio e il disegno di legge relativi all’avamprogetto, elaborato su mandato del Parlamento.

I risultati del rapporto di monitoraggio sono i seguenti:

  • un’analisi strutturale eseguita da Wüest Partner ha rilevato in Svizzera circa 390 000 contratti locativi commerciali le cui pigioni sono stimate complessivamente a due miliardi di franchi al mese. Circa 900 milioni di franchi riguardano superfici per uffici, 500 milioni di franchi locali artigianali e industriali, 400 milioni di franchi superfici di vendita e 200 milioni di franchi locali adibiti al settore della ristorazione. In aggiunta ai 390 000 rapporti locativi circa il 60 per cento delle imprese svolge la sua attività in immobili propri. Durante il periodo delle massime restrizioni, dal 17 marzo al 26 aprile 2020, circa 113 000 rapporti locativi sono stati interessati dalle chiusure disposte dal Consiglio federale. Le pigioni cumulate degli immobili commerciali colpiti da queste misure ammontano a 530 milioni di franchi al mese e corrispondono al 27 per cento del volume delle pigioni;
  • da un’inchiesta rappresentativa condotta da gfs.bern è emerso che la percentuale di locatari ritrovatisi in difficoltà a pagare la pigione in seguito alle chiusure è salita nelle settimane del lockdown dal 6 al 33 per cento. Questo aumento riguarda in particolare la Svizzera occidentale e il Ticino. L’inchiesta ha inoltre dimostrato che oltre la metà delle parti contraenti (circa il 60 %) ha cercato, e in gran parte trovato, un’intesa per mitigare la situazione. Queste intese hanno nettamente prevalso sui mancati accordi: sul fronte dei locatari il rapporto tra intese convenute e non convenute è di 3 a 2, su quello dei locatori di 9 a 1. La stragrande maggioranza è stata raggiunta prima delle decisioni del Parlamento del giugno 2020. In quasi tre casi su quattro ha avuto per oggetto una riduzione della pigione;
  • l’evoluzione congiunturale denota finora una rapida e sostenuta ripresa. I fallimenti di imprese e i nuovi casi registrati nella statistica delle autorità di conciliazione rientrano nella norma o sono addirittura inferiori all’anno precedente;
  • nel confronto internazionale si constata che la maggior parte dei Paesi europei – analogamente alla Svizzera – punta su misure di sostegno destinate ad assicurare la liquidità delle strutture interessate dalle chiusure. Sul piano del diritto della locazione gli interventi sono stati rari e, se operati, hanno riguardato la proroga delle scadenze di pagamento o di disdetta. Negli undici Paesi europei presi in esame non si registrano riduzioni delle pigioni disposte per legge.

In base a questi risultati il Consiglio federale giunge alla conclusione che attualmente ci sono pochi indizi di criticità estese e diffuse nel settore delle pigioni commerciali. Ciò non esclude tuttavia che in singoli casi la situazione sia insoddisfacente. A seconda dell’evoluzione della pandemia le circostanze potrebbero però aggravarsi rapidamente.

Al momento l’Esecutivo soprassiede pertanto all’adozione di misure (p. es. in ambito legislativo). Cionondimeno incarica l’Ufficio federale delle abitazioni UFAB di mantenere il gruppo di lavoro sulle pigioni commerciali e di concertarsi con i Cantoni su eventuali misure di sostegno sotto forma di consulenze e informazioni. Finora l’esperienza ha infatti dimostrato che gli approcci risolutivi adottati a livello regionale sono molto più consoni alle realtà locali.


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