Coronavirus: il Consiglio federale prende atto del nuovo rapporto sulle pigioni commerciali

Berna, 30.06.2021 - Il 30 giugno 2021 il Consiglio federale ha preso atto del secondo rapporto di monitoraggio sulle pigioni commerciali. Il testo illustra l’evoluzione di queste pigioni in base a diversi sondaggi e studi commissionati dall’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB). Sono stati intervistati Cantoni, città e aziende coinvolte. Il rapporto mostra tra l’altro che la percentuale degli inquilini commerciali che stentano a pagare la pigione si è quasi quadruplicata.

Se si confrontano i due lockdown, l’impatto del secondo sulle strutture e aziende accessibili al pubblico è risultato più lieve. Mentre nel 2020 le chiusure e restrizioni avevano interessato in tutto il 17 per cento delle persone occupate e circa 113 000 rapporti di locazione, nel 2021 gli occupati sono scesi al 6,7 per cento e i rapporti di locazione a 48 000 unità. Ciò è dovuto in primo luogo al fatto che il secondo lockdown ha colpito un minor numero di settori. Il confinamento forzato è però durato più a lungo, mettendo a dura prova soprattutto la ristorazione, il commercio al dettaglio nonché gli operatori culturali e del tempo libero. Tra il 22 dicembre 2020 e il 18 aprile 2021 i provvedimenti anti COVID-19 hanno interessato in questi settori oltre l’80 per cento delle pigioni e dei fitti commerciali.

Perdite locative e di fatturato

Stando ai risultati del sondaggio, nei settori in questione il 71 per cento degli inquilini di spazi commerciali ha accusato nel 2020 una perdita di fatturato rispetto all’anno precedente: per il 36 per cento di loro questa perdita è stata fino a un quinto, per il 33 per cento tra il 21 e il 50 per cento e per un altro 13 per cento di oltre la metà della cifra d’affari del 2019. Coprire i costi di locazione è quindi diventato sempre più difficile. Dall’inizio della pandemia la quota di aziende che stentano a pagare la pigione si è quasi quadruplicata, passando dall’8 al 30 per cento.

Anche i locatori sono rimasti colpiti dalle misure di confinamento. Dall’inizio della crisi quelli che dichiarano di aver subìto perdite locative da frequenti o molto frequenti sono passati dall’11 al 17 per cento.

Durante la seconda ondata di contagi circa la metà delle aziende intervistate ha chiesto al locatore concessioni sul pagamento della pigione. Il 29 per cento degli inquilini commerciali intervistati ha raggiunto un’intesa con il proprio locatore, mentre il 16 per cento afferma che gli sforzi intrapresi in tal senso non sono andati a buon fine. Rispetto all’estate 2020 il numero delle intese raggiunte è leggermente calato. Nei casi in cui sono entrati in trattative con i locatori, però, gli inquilini hanno ottenuto concessioni due volte su tre. I locatori sostengono invece di essere venuti incontro molto più spesso agli inquilini: nel 44 per cento dei casi ci sarebbe stata un’intesa, nel 5 per cento no. Questo rapporto, di circa 9 a 1, è analogo a quello osservato a giugno 2020.

Dal sondaggio è inoltre emerso che una delle misure di sostegno prese da Cantoni e città è stata quella di rinunciare in tutto o in parte a riscuotere la pigione sui propri immobili commerciali. Durante la prima ondata, sette Cantoni avevano varato propri modelli di sostegno a copertura di una parte delle pigioni commerciali. Nel secondo lockdown lo hanno fatto soltanto in tre.

Proseguimento del monitoraggio

Il 7 ottobre 2020 il Consiglio federale aveva presentato un primo rapporto di monitoraggio sulle pigioni commerciali in seguito alla pandemia di COVID-19, incaricando l’UFAB di seguire da vicino gli sviluppi in questo settore. Il rapporto in questione è il risultato di questo incarico. Nonostante l’evoluzione positiva sul fronte della pandemia, nel settore delle pigioni commerciali permangono molte insicurezze. L’Esecutivo ha pertanto incaricato l’UFAB di proseguire il monitoraggio in collaborazione con il gruppo di lavoro sulle pigioni commerciali.


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